La chimica analitica è il ramo della grande famiglia della chimica che si adopera per scoprire e isolare le differenti componenti, i differenti elementi di una sostanza, di un campione.
L’analisi chimica può essere effettuata sull’acqua al fine di individuare componenti nocivi, dannosi per l’ambiente, per l’ambiente di lavoro e per l’uomo.
Due sono le branche della chimica analitica che citeremo in queste pagine: la chimica analitica qualitativa e la chimica analitica quantitativa. Parleremo in questa pagina della qualitativa, rimandando per la quantitativa ad altro post correlato.
Analisi qualitativa. È qui che ci si concentra per individuare i diversi tipi di sostanze presenti in un campione. È qui quindi che si avanza nella prima indagine, fondamentale.
Cosa c’è dentro l’acqua, cosa c’è di dannoso?
Le analisi qualitative sono propedeutiche alle quantitative. Una volta effettuate le prime infatti, toccherà alle seconde andare a catalogare la quantità, il peso che le sostanze isolate hanno all’interno del campione di riferimento.
Le analisi qualitative sull’arsenico presente nell’acqua sono fra le più frequenti. Un po’ per la crescente attenzione nata negli ultimi anni, un po’ perché questa sostanza è realmente pericolosa per la salute dell’uomo.
Varie le tecniche utilizzate dall’analisi qualitativa. Spettroscopia, quindi spettrometria, saggio alla fiamma, saggi a umido, titolazione. Tutte che concorrono all’unico obiettivo: separare i componenti, riconoscerli, allestire infine una rosa di componenti da sottoporre ad analisi quantitativa.
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