Dal 2004 anche nel nostro Paese è possibile bere latte crudo, disponibile in appositi distributori. Con la vendita di latte crudo si intende la distribuzione al consumatore di latte che non ha subito in precedenza alcun trattamento. Chi lo acquista lo fa per le ragioni più disparate: c’è chi vuole risparmiare, chi pensa di ottenere maggiori benefici e chi lo fa perché ne apprezza il sapore.
Numerosi esperti sono intervenuti per studiarne le potenzialità e verificare eventuali rischi. Un recente studio pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology ha studiato un campione rappresentativo di migliaia di bambini residenti in Germania, Austria e Svizzera e che consumano latte crudo. Ne è venuto fuori che il consumo di latte crudo è una sorta di “medicinale” che cura le allergie, l’asma e la dermatite. Anche se, come afferma Norma Arrigoni (Istituto zooprofilattico sperimentale di Lombardia e Emilia Romagna), “il meccanismo biologico alla base di questo effetto non è ancora stato chiarito“.
Ma non ci sono solo benifici. Sempre gli esperti ritengono che il consumo di latte non pastorizzato e non bollito può rappresentare un covo di bacilli e batteri altamente dannosi per la salute dell’uomo. Dopo un’attenta analisi sul prodotto alimentare è venuto fuori che batteri come il Campylobacter, Listeria, Salmonella e E. coli possono insidiarsi facilmente nel latte non trattato, causando, a chi ne consuma, la sindrome emolitica-uremica. Una malattia, questa, che può condurre la vittima ad una invalidità permanente o addirittura alla morte.
Come intervenire? Un trattamento, come la pastorizzazione, uccide eventuali batteri presenti nel latte. Bollire il latte (bastano anche pochi secondi) è un rimedio sicuramente valido. Ma c’è chi sostiene che il trattamento elimina oltre ai batteri, anche tutte le proprietà nutritive del latte. È opportuno quindi inserire un’apposita etichetta che spieghi i rischi legati al consumo. Sarà poi il consumatore a decidere come intervenire.